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Sardegna terra di Giganti

25/02/2015

Mercoledì 25 febbraio 2015 - ore 10.00
Aula Magna Polo Territoriale di Como
Como, Via Castelnuovo 7

Sardegna terra di Giganti
Conferenza:
prof. Gaetano Ranieri (Università di Cagliari)
Raimondo Zucca (Università di Sassari)

I Giganti di Mont'e Prama (in sardo Sos Zigantes de Mont'e Prama) sono sculture nuragiche di altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri scolpite a tutto tondo. Spezzate in numerosi frammenti, sono state trovate casualmente nel marzo del 1974 in località Mont'e Prama, una collinetta che guarda gli stagni di Cabras, nella Sardegna centro‐occidentale.

A distanza di 40 anni Mont'e Prama torna a far parlare di sé. Non ci sono più le palme, che danno il nome al luogo, e non ci sono più i Giganti, ora esposti nei musei di Cabras e Cagliari, ma è stata aperta nuovamente l’area già scavata per effettuare nuove ricerche, dopo che il team di geofisica applicata guidato del prof. Gaetano Ranieri aveva scandagliato il sottosuolo, palmo a palmo,
con le più moderne tecnologie riportando una analisi dettagliata del paesaggio archeologico che ancora si celava sotto terra. Un tesoro che ha pensato a far emergere l’equipe guidata dal Prof. Raimondo Zucca. In soli 40 giorni sono arrivati i primi impressionanti risultati, come appariva logico non si trattava di una necropoli isolata, ma di un vero e proprio eldorado degli archeologi: in appena 144 metri quadrati di scavo sono stati rinvenuti numerosi blocchi di pietra calcarea, due betili grandiosi, otto tombe, tantissimi modelli di nuraghe, piedi calzati e due giganti praticamente interi.

A Mont'e Prama si è avviata quella che si può definire la “nuova archeologia”, fatta di incontri quotidiani tra geofisici e archeologi, di discussioni e scavi in diretta e d’interpretazione all’istante. Il connubio tra archeologia e nuove tecnologie è stato possibile grazie alla collaborazione tra il prof. Gaetano Ranieri (docente di Geofisica applicata all’Università di Cagliari) e il prof. Raimondo Zucca (professore di Storia e archeologia del Mediterraneo antico dell’Università di Sassari).


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